“Meglio l’olio a crudo o cotto?”

“Meglio metterlo dopo la cottura, vero?”

Quante volte l’hai sentito dire?
E quante volte hai avuto il dubbio che scaldare l’olio extravergine d’oliva potesse “far male”?

In realtà, come spesso accade, la risposta non è così semplice… ma neppure così complicata.

Partiamo da una certezza: l’olio extravergine d’oliva (EVO) è uno degli alimenti più preziosi della nostra alimentazione.
È fonte di grassi buoni, in particolare di acido oleico, un acido grasso monoinsaturo che aiuta a mantenere sotto controllo il colesterolo “cattivo” (LDL) e sostiene quello “buono” (HDL).
In più, contiene antiossidanti naturali, come i polifenoli e la vitamina E, che proteggono le cellule dallo stress ossidativo e rallentano i processi infiammatori.

Ma cosa succede quando lo utilizziamo in cucina, magari per una padellata di verdure o una fetta di pesce alla griglia?


Olio a crudo: il massimo del beneficio

Quando l’olio è aggiunto a crudo, conserva intatte tutte le sue proprietà:
✅ i polifenoli, che contrastano l’azione dei radicali liberi;
✅ la vitamina E, che protegge le membrane cellulari;
✅ il suo profilo aromatico, ricco di note fruttate e leggermente amare, segno di qualità.

Usarlo a crudo, su una zuppa, un’insalata o un piatto di legumi, non è solo una questione di gusto, ma un vero gesto di salute.
In questo modo, il corpo riceve tutte le molecole bioattive e l’olio può svolgere pienamente la sua funzione protettiva e antinfiammatoria.


Olio in cottura: è davvero un errore?

No, se usato correttamente.

L’olio extravergine d’oliva ha una stabilità termica molto elevata rispetto ad altri oli vegetali.
Questo significa che, fino a temperature di circa 180°C, le sue molecole restano stabili e non si degradano in composti nocivi.

È vero che una parte dei polifenoli e della vitamina E si riduce con il calore, ma il suo cuore “buono” — l’acido oleico — resta pressoché intatto.
In pratica, se cucini con cura (niente fritture bruciate o padelle fumanti) puoi usare tranquillamente l’olio EVO anche in cottura, senza comprometterne la salubrità.

Anzi, alcuni studi mostrano che l’olio extravergine può proteggere i nutrienti di altri alimenti durante la cottura, come le vitamine e i composti aromatici delle verdure.


E da un punto di vista calorico?

Qui la risposta è semplice: le calorie non cambiano.
Che sia crudo o cotto, l’olio extravergine fornisce circa 9 kcal per grammo.
Ciò che cambia, semmai, è la percezione del sapore: a crudo è più intenso e aromatico, in cottura più morbido e rotondo.
Per questo è importante imparare a dosarlo consapevolmente, senza eliminarlo per paura delle calorie, ma senza abusarne.

L’olio è un alimento, non un condimento “facoltativo”: serve a nutrire, non solo a insaporire.
E quando è di buona qualità, spremuto a freddo, da olive bio sane e mature, rappresenta una delle migliori fonti di energia e salute che la natura ci offre.


In un percorso nutrizionale equilibrato

Nel mio metodo, “L’alimentazione pensata”, insegno spesso che la differenza non sta nel “cosa” mangiamo, ma nel come e nel perché.
L’olio extravergine ne è un perfetto esempio:
usato con consapevolezza, diventa un alleato prezioso del metabolismo e della sazietà, aiuta a controllare la glicemia e dona equilibrio al piatto.

Non serve evitarlo, ma sceglierlo, rispettarlo e usarlo nel modo giusto.
A crudo o in cottura, l’importante è che sia presente, come gesto quotidiano di cura verso te stesso e verso il tuo corpo.


🫒 L’alimentazione pensata è anche questo: imparare a conoscere il valore dei piccoli gesti, come un filo d’olio versato con consapevolezza, che può trasformare un semplice piatto in un atto di benessere.

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